3 TIPOLOGIE DI CONFINI PERSONALI
Ci sono diversi tipi di confini personali, in questo articolo ti spiego le sottili differenze
Nello scorso articolo (che puoi ritrovare qui) ti ho fatto l’esempio di una chiacchierata con un’amica che invece di ascoltarti, inizia a dirti cosa avrebbe fatto al tuo posto e come dovresti comportarti per risolvere la tua questione.
In questo articolo ti parlo di confini personali, ovvero una linea immaginaria che ci separa e protegge dagli altri. Ad esempio, quando cercano – volontariamente o involontariamente – di invadere i nostri spazi interiori personali e il nostro equilibrio.
Esistono diversi tipi di confine, dalla totale assenza che fa sembrare la persona aperta e ricettiva (ma la espone ad essere potenzialmente ferita o addirittura sfruttata dagli altri), a dei confini estremamente rigidi che potrebbero farle mancare una rete di supporto nei momenti più difficili.
La via mediana, l’equilibrio tra gli estremi, è la strada migliore anche in questo caso.
Vediamo allora i tre livelli di confine personale.
1 . STILE MURAGLIA CINESE
È un confine rigoroso, con regole inflessibili e inderogabili che si applicano ad ogni situazione, senza esclusione di colpi.
Qui la convinzione è che i propri valori e visioni di vita (e anche bisogni) siano gli unici possibili.
Si tratta del talebani del confine personale, della serie:
“non chiedetemi intimità o vicinanza o cambiamento: io voglio restare qui al sicuro.”
“Sono io ad avere un problema? Non lo dico a nessuno perché non mi fido di nessuno e non ho amici vicini o persone più intime con le quali potermi confidare.”
“Forse è vero che ti sembro fredda e distaccata, anche con il mio partner, ma ho bisogno di difendermi totalmente, la mia muraglia cinese personale è la mia protezione. Almeno, stando al di qua sono sicura di non avere alcun tipo di rifiuto…”
2 . STILE MARE APERTO
È un confine labile, quasi inesistente: tutto è possibile e nulla è tenuto per sé.
La persona che adotta questo tipo di confine parla senza problemi anche delle questioni più intime e private, esponendosi spesso inutilmente.
Allo stesso modo chi lo adotta si sente super coinvolta nei problemi degli altri, a volte soffrendo tanto quanto loro (se non addirittura di più).
La manipolazione emotiva e la mancanza di rispetto sono dietro l’angolo per questo tipo di persona che finisce per sentirsi perfino in colpa per quel che gli altri provano.
Non sa dire di no e per questo finisce per sovraccaricarsi di lavoro e responsabilità.
L’opinione degli altri è estremamente importante e l’eventuale rifiuto da parte degli altri è un mostro assassino da cui rifuggire ad ogni costo.
3 . IL GIARDINO REALE
L’equilibrio degli estremi: i valori personali sono chiari, così come è chiaro quando poter scendere a compromessi e quando no, in base alle circostanze e a come ci si sente in merito.
Bisogni e desideri sono definiti e non ci si sente in colpa a comunicare assertivamente dicendo anche dei no o ricevendoli.
Emotivamente parlando, chi ha confini sani riesce a distinguere ciò che è proprio da ciò che non lo è.
C’è grande autostima e fiducia nelle proprie capacità di gestire la vita così come accade, senza bisogno di cedere o di erigere muri invalicabili.
Insomma, i confini sani sono una staccionata protettiva attorno al nostro essere, fanno in modo che noi non ci intromettiamo nella vita altrui così come impediscono agli altri di intromettersi nella nostra, a meno che noi non lo vogliamo.
Un sogno.
SI, MA COME SI FA?
Per prima cosa, dobbiamo diventare consapevoli dei nostri sentimenti ed emozioni, di ciò che è importante per noi (i nostri valori) e delle nostre responsabilità.
In pratica dobbiamo sapere chi siamo noi e cosa vogliamo.
E poi dobbiamo saper comunicare i nostri confini in modo da renderli efficaci, ricordandoci che i nostri confini sani servono a proteggere noi stessi, e non a controllare gli altri.
I confini non servono a punire ma a proteggere, quindi comunichiamoli in modo calmo e fermo.
Per questo, cambiare le parole usate per parlare con gli altri modifica la percezione dei confini: non dipende mai da cosa fanno o non devono fare gli altri, dipende da quello che noi vogliamo fare per noi stessi.
Ad esempio, invece di dire qualcuno: “smettila di intrometterti e farti i fatti miei”, dire “guarda, questa è una questione personale, deciderò io” sposta il focus e ci fa uscire dal triangolo Drammatico (leggi qui di cosa si tratta).
Non saremo più vittima e persecutore/salvatore, ma adulto che parla con un altro adulto comunicando quali sono i propri confini personali.
Tanta roba, insomma.
Dettaglio importante 1: i confini personali sono soggettivi, e anche i nostri interlocutori ne hanno: facciamoci attenzione e rispettiamoli a nostra volta.
Dettaglio importante 2: non possiamo pensare di definire i nostri confini senza pensare che questo possa avere delle conseguenze nelle nostre relazioni.
Le persone con cui abbiamo a che fare devono sapere perché per noi quel confine è importante e devono anche sapere fino a che punto siamo disposti a difenderlo.
Non è detto che all’altra persona questo stia bene, ma come spesso si dice, non si tratta di dire no agli altri, ma di dire sì a te stesso.